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immagine istituzionale della Fondazione - particolare de 'Il lavoro spirituale' opera di Vittorio Mazzucconi Fondazione
Vittorio Mazzucconi


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Indice MOSTRE E ATTIVITA'
Mostre e Attività 1999



Fioretta(°)

(°) Archivio Fioretta Mazzucconi in preparazione



Il Luogo della Cascata
10 – 23 Febbraio 1999

In questa piccola retrospettiva, la prima dalla scomparsa di Fioretta Mazzucconi nel 1985, non è certo possibile presentare l’insieme della sua opera in modo esauriente né renderle l’onore che quest’opera meriterebbe, ma solo avvicinarsi ad essa, col senso di un ricordo e di una presenza, che spero possano risvegliare l’interesse del mondo dell’arte.
Fioretta è stata una grande artista, che ha condiviso con altri grandi artisti non, purtroppo, il successo, ma il tragico destino di essere sconosciuti in vita e di pagare con la vita stessa il dono di sensibilità e di talento che ha appunto reso loro così difficile il vivere.
Basta guardare il quadro della locandina della mostra per rendersi conto del destino e della poesia di Fioretta: la “Finestra sul Giardino” è in realtà una finestra sulla vita. Il giardino, ossia la vita stessa, è oscuro e privo di gioia agli occhi sconsolati dell’artista, così come è soffusa di poesia, di spiritualità la parte del giardino che è velata dalla tenda che una brezza sospinge. Dove giunge la brezza miracolosa della poesia, anche i frutti diventano rosei e maturi mentre quello rimasto all’esterno nella realtà, e non toccato dalla grazia, è secco e morto. C’è poi un vaso, quasi un contenitore dell’anima dell’artista, della sua vita, rimasta purtroppo al di fuori della grazia che si avvicina ad essa fino a sfiorarla ma non riesce a farla propria.
L’opera che Fioretta ci ha lasciato, nei suoi momenti alterni di grazia e di desolazione o della loro sofferta fusione, merita certo di essere conosciuta come un raro esempio di autentica poesia, in un tempo in cui troppi artisti non dialogano certo con la grazia.
La mente della pittrice, è vero, è stata col tempo sconvolta, ma basta guardare intorno per chiederci se uno sconvolgimento ben più grande non ha spinto tanta arte contemporanea al di fuori della brezza e dell’umanità stessa.

Vittorio Mazzucconi